Do risalto ad una comunicazione diffusa dal Consiglio Direttivo della Sivae (società italiana animali esotici), della quale associazione faccio orgogliosamente parte sin dall’inizio della mia professione. Tutte informazioni molto corrette e molto condivisibili. Ecco un estratto delle informazioni più importanti:
1. con le conoscenze attuali non vi è alcuna evidenza scientifica che gli animali da compagnia possano ammalarsi o trasmettere il virus ad altri animali o all’uomo.
2. le persone non infette possono tranquillamente interagire in modo normale con i propri animali da compagnia nel rispetto delle normali regole di igiene personale.
3. in via del tutto precauzionale è raccomandabile che le persone infette affidino la cura dei propri animali da compagnia a familiari o amici limitando i contatti fino a che non si avranno maggiori informazioni a riguardo.
4. il virus SARS-CoV-2, così come il virus MERS-CoV (agente patogeno della MERS) e il virus SARS-CoV (agente patogeno della SARS) sembra aver avuto origine dai pipistrelli.
5. il 27 febbraio è stato reso noto che un tampone rinofaringeo eseguito su un volpino di una persona infetta è risultato debolmente positivo. Nello stesso cane tamponi fecali e rettali sono risultati negativi. Per processare questi campioni è stata utilizzata una metodica PCR a transcriptasi inversa che non cross-reagisce con gli atri coronavirus degli animali. Altri test sono stati eseguiti nei giorni seguenti si tamponi nasali e hanno continuato a dare risultati debolmente positivi. Il 12 marzo sono stati eseguiti test anticorpali (virus neutralizing antibody test) che sono risultati negativi. I risultati dei test suggeriscono che il virus possa essere stato trasmesso dalla proprietaria al cane che non ha mai avuto alcun sintomo di malattia durante la quarantena. Non vi è alcuna evidenza che il cane possa trasmettere il virus.
6. il 19 marzo è stato riportato che un pastore tedesco di 2 anni appartenente ad un proprietario ammalato di COVID-19 è risultato positivo al test per SARS-CoV-2. Un altro cane meticcio che abitava nella stessa casa invece è risultato negativo. Nessun cane ha ancora manifestato sintomi di malattia ed entrambi sono tutt’ora in quarantena.
7. dopo l’infezione sperimentale con il coronavirus SARS identificato per la prima volta nel 2003 chiamato SARS-CoV-1, che è strettamente correlato al SARS-CoV-2, è stato dimostrato che i gatti e i furetti diffondono il virus, che i furetti sviluppano sintomi clinici e sono in grado di trasmettere il virus ad altri furetti.
8. attualmente l’eventuale sensibilità dei furetti al virus SARS-CoV-2 è motivo di ricerca dal momento che questi animali sono abitualmente utilizzati come modelli per lo studio delle patologie respiratorie umane.
9. il rischio di persistenza del virus sul pelo degli animali non è superiore a quello di altre superfici, quindi massimo 72 ore
In base a quanto riportato, le ovvie raccomandazioni sono quelle di seguire in maniera scrupolosa le direttive emanate cercando di limitare al massimo il diffondersi del virus tra le persone, garantendo ai nostri pazienti le adeguate cure sanitarie e cercando di contrastare il dilagante fenomeno dell’abbandono degli animali legato alla diffusione del virus.
Consiglio Direttivo SIVAE