Clinica veterinaria "Casale sul Sile"...
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il Lori Fuscato

Il suo nome scientifico è Pseudoeos fuscata, ma è più comunemente noto come Lori fusco, fuscato o bruno ed è un pappagallo di piccole dimensioni originario della Nuova Guinea e delle coste orientali del Borneo, dove predilige la vita arboricola, popolando tanto le foreste tropicali di palme da cocco delle zone costiere, quanto quelle montane dell’entroterra, spingendosi anche oltre i 2000 metri di altitudine per nidificare. Intelligente, estroverso, simpatico e in perenne attività, trascorre molto tempo a giocare tra i rami, adora l’acqua e fare il bagno, agile e veloce ama esibirsi in voli rapidi e radenti. Pappagallo gregario, vive in colonie numerose e decisamente rumorose i cui versi si possono sentire a chilometri di distanza.

CARATTERISTICHE FISICHE
Di taglia modesta (24 cm circa) sfoggia una spettacolare livrea multicolore che sposa in maniera insolita e originale tonalità brillanti e calde insieme ad altre più delicate. La testa presenta sommità giallo-arancio, guance e sottogola nerastre e area occipitale arancione con striature ondulate scure; l’addome è giallo-arancio, il dorso giallo con sfumature argento, le ali e la coda prevalentemente nere con sfumature blu, verde scuro o rame e il sottocoda blu. Completano la singolare policromia l’iride rossa, il becco arancio e le zampe nere. Nonostante ultimamente gli zoologi abbiano riscontrato lievi differenze tra maschi e femmine, non c’è un evidente dimorfismo sessuale.

RIPRODUZIONE
In natura il Lori fuscato si riproduce con una covata all’anno nel periodo compreso tra novembre ed aprile nidificando preferibilmente ad elevate altitudini. Predilige infatti gli alberi di montagna, dove lo stormo costruisce nidi di grandi dimensioni, detti nidi condominio, che ospitano decine di coppie. La femmina depone solitamente 2 uova che cova per 24 giorni, mentre il maschio si occupa del sostentamento alimentare; i piccoli lasciano il nido a circa 3 mesi di vita. In cattività si usano nidi a cassetta, con base quadrata, di almeno 23 cm di lato e 60 cm di altezza, con un fondo in lettiera da cambiare settimanalmente.

ALIMENTAZIONE
Come tutti i lori, anche questo lorichetto in natura si ciba di nettare e polline, che preleva dalle corolle dei fiori, grazie alla particolare lingua appositamente adattatasi allo scopo, ma gradisce anche la frutta, specialmente mango e polpa delle noci di cocco, ma anche semi di panico, gemme e germogli, non disdegnando nemmeno larve di insetti. Rispettare le sue esigenze alimentari in cattività è fondamentale per garantire a questo spettacolare pappagallino una vita sana e longeva, ragion per cui oltre a nettare e polline (preparazioni liquide già pronte o da preparare quotidianamente) un allevatore attento non deve mancare di somministrare semi e legumi gemmati, bolliti o ammollati in acqua, riso bollito, camole, frutta fresca e succosa e verdure carnose, avendo cura di sostituirle con una certa frequenza, per evitare il rischio di deterioramento.

ALLEVAMENTO
L’originalità del piumaggio, il carattere estroverso e giocoso e la facilità con cui si riproduce in cattività ne hanno decretato il successo presso gli allevatori di tutto il mondo, favorendone la diffusione. Resta comunque un pappagallo impegnativo: le sue particolari esigenze alimentari, la necessità di ampi spazi per assecondare le evoluzioni aeree e l’innata curiosità che lo porta ad esplorare l’ambiente che lo circonda e dare sfogo alla sua perenne iperattività e non da ultimo la sua rumorosità, decisamente sopra la media, lo rendono un candidato poco idoneo all’allevamento al chiuso, in gabbie o voliere, seppur di grandi dimensioni. Ragion per cui è più diffuso nei parchi e nei giardini zoologici dove viene lasciato per lo più libero, anche di intrattenere i visitatori con le sue chiassose esibizioni. Tra i più famosi il Giardino Zoologico di Londra e il Loro Parque di Tenerife. Grazie alla sua capacità di adattamento ai cambiamenti, è riuscito ad adeguarsi alle modificazioni ambientali indotte dall’essere umano, che ne ha progressivamente alterato l’habitat naturale, arrivando a tollerare la convivenza con l’uomo così da favorire la conservazione della specie, al momento non inclusa tra quelle a rischio di estinzione.