Se avete deciso di condividere la vostra vita con un simpatico e tenero compagno dalle lunghe orecchie pelose, di sicuro avrete notato, tra le tante altre differenze, che non possiede cuscinetti plantari come i cani o i gatti, è cioè privo di quelle strutture morbide ed elastiche che proteggono le zampe dall’impatto col suolo. Il coniglio è stato infatti geneticamente concepito per la vita all’aria aperta e la sua particolare conformazione anatomica si è evoluta per permettergli di correre agevolmente su prati e terreni morbidi, ragion per cui la folta pelliccia che ricopre il sottile strato di cute sulla superficie inferiore dei piedi è sufficiente a proteggere le strutture sottostanti dagli insulti derivanti dal contatto ripetuto col terreno. La vita quotidiana di un coniglietto domestico però, non è affatto scandita da lunghe corse sui prati; se è fortunato gode di qualche ora di evasione dalla gabbia, libero di gironzolare, andare in perlustrazione e sgranchirsi un po’, ma i pavimenti di casa nostra sono duri e i tappeti spesso abrasivi, così che nelle zone maggiormente sollecitate il pelo si dirada e la cute si assottiglia e si arrossa: sono le fasi preliminari della pododermatite. Non è raro durante le visite di routine osservare, soprattutto a carico dei posteriori e in particolare a livello dei talloni, piccole aree alopeciche ed eritematose. Nella maggior parte dei casi queste lesioni rimangono costanti e non interferiscono affatto con la vita del soggetto, ma vanno monitorate per evitare che possano evolvere esitando in danni irreversibili, quali l’osteomielite. La cute, sottoposta a continui sfregamenti, può ulcerarsi e aprire la strada ad infezioni batteriche che coinvolgono via via i tessuti più profondi interessando tendini e ossa: il dolore che ne deriva oltre a causare zoppia, alterata deambulazione e immobilità, che aggravano la situazione, porta ad una progressiva perdita dell’appetito, condizione assai pericolosa per un coniglio. A fronte di una patologia dalle conseguenze potenzialmente devastanti, le misure profilattiche che possiamo mettere in atto sono in realtà assolutamente accessibili. È fondamentale non trascurare l’igiene della gabbia, cosicché il suo ospite non debba stare a contatto con le proprie deiezioni: evitare fondi grigliati, ma usare substrati assorbenti, da cambiare spesso; favorire l’esercizio fisico, mettendo a disposizione, se non abbiamo un giardino, superfici morbide su cui camminare, come tappeti gommati; curare l’alimentazione onde evitare sovrappeso e obesità; provvedere al taglio delle unghie, ma non alla tosatura del pelo…e altri utili suggerimenti che il vostro veterinario di fiducia saprà darvi: lo scopo principale di regolari controlli periodici è proprio quello preventivo, piuttosto che curativo, risparmiando al nostro animale domestico evitabili sofferenze future.