Quest’anno il detto “non ci sono più le mezze stagioni” non vale: la primavera ci ha piacevolmente sorpreso arrivando puntuale con il suo clima temperato e il suo sbocciare di fiori e colori. Il grande assente è stato invece l’inverno! Niente mesi invernali con le loro temperature rigide, l’aria pungente che condensa il fiato ad ogni respiro; niente brina mattutina, né ghiaccio che ricopre i campi e “sterilizza” il terreno preparandolo alla rinascita.
I cambiamenti climatici cui stiamo assistendo si fanno progressivamente sempre più evidenti e si accompagnano a modificazioni ambientali, epidemiologiche e microbiologiche che, complice la globalizzazione che incoraggia lo spostamento di merci, uomini e animali in tutto il mondo, hanno favorito lo scambio dei vettori tra specie diverse e la diffusione di malattie finora poco conosciute.
E’ vero che come ogni anno ricci e tartarughe sono andati in letargo, ma è altrettanto vero che l’attività di pulci, zecche, acari e pidocchi, massima durante la bella stagione, di fatto non conosce più momenti di pausa e non è raro che anche a gennaio si presentino in clinica cani per la rimozione di zecche o gatti infestati da pulci!
Perciò se ci siamo lasciati vincere dalla tentazione di allentare la “presa”, adesso è il momento giusto per ricominciare la lotta a questi comuni parassiti esterni che tanto tormentano i nostri animali domestici quanto angosciano i loro proprietari. Pulci, zecche e pidocchi a volte non danno segni della loro presenza, il loro ospite non sembra infastidito e non manifesta alcun sintomo, ma in altri casi non solo col pasto di sangue possono provocare gravi anemie ad un soggetto fortemente infestato, possono altresì dare imponenti forme di dermatite allergica in animali sensibili e da ultimo, ma non meno importante, rappresentano concreti veicoli di agenti patogeni quali vermi intestinali, protozoi, batteri e virus, responsabili di trasmettere diverse malattie non solo nei tradizionali animale domestici, ma anche nei cosiddetti animali esotici.
Sebbene infatti siano parassiti piuttosto frequenti in cani e gatti, si trasmettono facilmente a qualsiasi altro animale, così conigli, cavie e furetti, cincillà e criceti e in mancanza di meglio, anche l’uomo, diventano un facile bersaglio, senza discriminazione di specie! Riguardo agli animali non convenzionali, nel cincillà la speciale pelliccia dotata di fitto sottopelo raramente permette la colonizzazione di parassiti ematofagi e sebbene cavie e furetti si grattino spesso anche in assenza di patologie, in generale la probabilità di contrarre tali infestazioni aumenta nel caso di soggetti abituati a vivere all’aperto o conviventi con cani o gatti che abbiano libero accesso all’esterno, mentre risulta più difficile, seppur potenzialmente possibile, se parliamo di criceti che solo raramente escono dalla loro gabbia, ma ricordiamoci che soprattutto per quanto concerne le pulci, siamo noi stessi a portarle dentro le mura domestiche, con le scarpe, dopo una qualsiasi uscita all’aperto.
Riguardo ai rettili poi, non sono certo immuni da acari e zecche nemmeno ofidi, sauri e cheloni, dove si insinuano tra le scaglie o nelle pieghe della pelle, responsabili di anemia e infezioni cutanee: non è raro vederli agitati e irrequieti, strofinarsi contro gli accessori del terrario o passare molto più tempo del solito dentro la vaschetta dell’acqua, alla ricerca di un po’ di sollievo.
Acari e pidocchi sono di facile riscontro anche nelle specie aviari, soprattutto nei luoghi di maggior affollamento, come allevamenti, mostre e negozi: il più noto è il famigerato acaro rosso, ematofago e pericoloso in modo particolare nella stagione riproduttiva, ma non meno fastidiosi sono gli acari mallofagi che si nutrono di parti di piume, provocando un forte prurito che porta i soggetti colpiti all’autodeplumazione o ancora gli acari della rogna che si localizzano agli arti, cera, cloaca e becco spesso deformandolo (tipicamente nelle cocorite).
A seconda della specie e dello stile di vita, sarà necessario mettere in atto delle misure terapeutiche o profilattiche adeguate. Se si tratta di un evento sporadico, del tutto occasionale, l’intervento sarà mirato ad eliminare rapidamente l’agente infestante e impedire le recidive mediante accurata decontaminazione ambientale, sia che si tratti del salotto di casa dove dorme Fido, del terrario che ospita l’iguana o della voliera del pappagallo cenerino; nel caso invece di soggetti con libero accesso all’esterno, scopo del trattamento sarà prevenire eventuali contaminazioni con somministrazioni ripetute, meglio se con prodotti repellenti.
Le molecole a nostra disposizione oggi sono diverse e molto efficaci, bisogna però avere l’accortezza di usare quelle più idonee per ciascuna specie da trattare: alcune vanno bene per il cane, ma sono tossiche per il gatto, altre sicure per cani e gatti possono rivelarsi mortali per il coniglio, quasi tutte poi non sono registrate per i rettili, subordinandone l’uso al controllo di un veterinario esperto. Anche le formulazioni sono varie, dalle compresse da somministrare per bocca, alle fialette da applicare sulla pelle, dalle polveri e gli spray da frizionare, agli shampoo e anche in questo caso il tipo di trattamento non sarà una scelta casuale. In generale: le permetrine (Advantix, Exspot, Frontline triact) sono tossiche per i felini, il fipronil (Frontline, Eliminall, Flevox) usato anche nel furetto, può provocare danni neurologici nel coniglio; sconsigliati nel coniglio anche bagni e spugnature, per il loro effetto stressante, mentre non è indicato nel furetto l’uso di collari antipulci, perché data la sua indole, vivace e curiosa, può facilmente ingoiarne dei pezzi col rischio di intossicazioni e costipazione; sono invece efficaci e sicuri anche in tutti i roditori e lagomorfi la selamectina (Stronghold), l’imidacloprid (Advantage) e il lufenuron (Program), mentre l’ivermectina diluita può essere usata in somministrazione orale, topica o sottocutanea nella maggior parte degli “esotici”, ma solo dallo specialista. Per orientarsi in questa intricata giungla di antiparassitari, è consigliabile rivolgersi al proprio veterinario di fiducia che saprà indicare il prodotto più adatto al caso specifico. Considerando che tra le diverse specie di zecche presenti sul nostro territorio alcune non disdegnano affatto il mitigarsi delle temperature, che una pulce femmina produce fino a 50 uova al giorno e che gli adulti, non sempre facilmente visibili, sono solo la punta di un iceberg di uova, larve e pupe disseminate in quell’ambiente che a maggior ragione d’inverno è rappresentato dalle nostre calde e accoglienti abitazioni (con i termosifoni accesi, i tappeti e le coperte, i battiscopa e le fessure dei parquet) e che il periodo invernale è il momento migliore per svelare precocemente, con un semplice esame delle feci, le acariasi non ancora manifeste degli uccelli, permettendoci trattamenti mirati prima della delicata stagione riproduttiva, ne consegue che la nostra battaglia contro i parassiti esterni non conosce mesi di tregua, nemmeno nella stagione invernale. Ispezionare con regolarità i propri animali domestici e prestare attenzione alla comparsa di anomalie comportamentali o strani atteggiamenti è sicuramente utile per un tempestivo intervento, ma una profilassi accurata e costante nella maggio parte dei casi aiuta ad evitare spiacevoli sorprese!