Clinica veterinaria "Casale sul Sile"...
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Terapie negli uccelli ornamentali, come eseguirle nell’acqua o nel cibo

La cura degli uccelli ornamentali ha subito negli ultimi anni una forte accelerazione per il contributo di molte figure professionali che hanno dedicato risorse ed energie allo studio di nuove molecole e nuovi protocolli.
Purtroppo ancora troppo spesso noi veterinari siamo costretti a prendere a prestito molecole e farmaci dalla medicina umana per mancanza di analogo veterinario.
La diffusione capillare nel territorio nazionale di veterinari che si dedicano con passione e competenza alla cura dei nuovi animali da compagnia (compresi gli uccelli) ha permesso a tutti i negozianti, allevatori e privati di avere il supporto di medici specializzati nella cura dei loto beniamini.
Alcune difficoltà sono però insuperabile per loro stessa natura del problema e per la anatomia, fisiologia ed etologia delle specie in questione.

Da dove nascono le difficoltà nel somministrare farmaci agli uccelli?

Le piccole dimensione e la incompleta domesticità di alcuni pazienti pennuti come ad esempio un canarino, un piccoli pappagallino o un uccellino esotico impediscono la somministrazione individuale del medicamento prescritto dal veterinario o dell’integratore alimentare consigliato del negoziante.
Altre innegabili difficoltà impediscono di somministrare direttamente in bocca il farmaco o l’integratore al piccolo paziente.
Non vi sono studi scientifici circa la posologia e la frequenza di somministrazione delle molecole terapeutiche in queste specie di uccelli. La somministrazione individuale (con calcolo mg pro chilo) in un allevamento di molti soggetti risulta improponibile sia per la perdita di tempo che ne deriverebbe sia per il grande stress da manipolazione che la cattura per 2-3 volte al giorno degli animali comporterebbe agli stessi. Il metabolismo di un uccello è inversamente proporzionale alla sua taglia. Quindi un piccoli diamantino di 15 grammi non solo è difficile da catturare e convincere al aprire la bocca, ma la frequenza di somministrazione del farmaco dovrebbe essere 10 volte superiore a quella di un pollo o un tacchino!
Ci viene in aiuto quindi l’esperienza maturata nelle specie avicole da allevamento nelle quali i farmaci vengono somministrati attraverso l’acqua di bevanda o attraverso il mangime. La pratica di allevamento ha poi sperimentato al posto della scienza i dosaggi e la durata dei trattamenti solo sulla scorta delle evidenze cliniche e non di studi condotti secondo i dettami della farmacologia ufficiale.

Ma come devono essere i prodotti che somministriamo ai nostri uccelli utilizzando come veicolo l’acqua o il cibo?

I prodotti disciolti nell’acqua devono essere idrosolubili (sciogliersi in acqua), mantenersi per molte ore in soluzione e non precipitare sul fondo dei beverini.
I prodotti fotolabili (che si disattivano al contatto con la luce perdendo efficacia) vanno protetti dal sole attraverso l’utilizzo di beverini con filtro solare (quelli di colore blu) oppure con carta stagnola avvolta attorno al beverino.
I prodotti disciolti nell’acqua non devono conferire alla stessa un sapore sgradevole per evitare che gli uccelli si rifiutino di bere. Gli uccelli non hanno uno spiccato senso del gusto ma percepiscono molte sostanze e possono ridurre di molto il consumo di acqua con gravi danni alla salute qualora l’acqua non gli piaccia.
Spesso mettendo dell’aceto di mele alla dose di 5-10 ml per litro d’acqua la bevanda risulta più gradevole per gli uccellini ed il prodotto medicinale trovandosi in ambiente acido si conserva per più ore attivo nell’acqua.
Gli animali gradiscono molto l’aceto e bevendo molto urinano di più. Non bisogna quindi allarmarsi se si vedono i fondi delle gabbie bagnati. Non si tratta di diarrea ma di urinazione abbondante.
Quando si somministra un prodotto nell’acqua il calcolo va fatto sul consumo medio di acqua del soggetto nell’arco della giornata. È quindi tassativo non fornire ai soggetti nessuna altra fonte di liquidi durante il trattamento come ad esempio frutta, verdura o bagnetti.
Quando si somministra un prodotto nel cibo è preferibile usare pastoncini molto appetibili oppure farli assorbire dal cous cous (assorbe molto bene) mescolato a uova sode tritate per aumentarne l’appetibilità.
Nella somministrazione del prodotto con il pastoncino si possono scogliere comodamente sia prodotti idrosolubili (che si sciolgono in acqua) sia prodotti liposolubili (che si sciolgono nei grassi).
Mettere il prodotto nel miscuglio di sementi non è una pratica insensata. Gran parte degli uccelli da compagnia (con l’eccezione delle tortore e piccioni) sgusciano i semi buttando via con la scorza gran parte del prodotto. Inoltre per garantire la corretta conservazione del miscuglio di sementi questo non deve essere ne bagnato ne impolverato con sostanze estranee.

Come si calcola quanto prodotto mettere nell’acqua o nel cibo?

Il calcolo di quanto prodotto mettere nell’acqua di bevanda o nel cibo deve essere fatto per singola molecola, condizioni di allevamento ed ambientali, specie in questione, ecc.
Ci sono però dei valori che vanno conosciuti per poter eseguire questi calcolo.

Consumo medio di acqua per un passeriforme della dimensione di un canarino (25-30 grammi) nelle 24 ore: 2,5/6 ml di acqua. Questo dato varia a seconda della stagione dell’anno poiché gli uccelli bevono di più nelle calda giornate estive e meno durante l’inverno.

Consumo medio di alimento (sommatoria di sementi e pastoncini) di un passeriforme della dimensione di un canarino (25-30 grammi) nelle 24 ore: 5/6 grammi. Il consumo aumenta nelle fredde giornate invernali perché il cibo viene usato per produrre calore e si riduce in estate.

Molti allevatori usano per la somministrazione dei farmaci a uso umano la seguente regola: 1/5 della dose giornaliera prescritta per un uomo in 1 litro d’acqua.

La conoscenza di questi valori e il calcolo del consumo effettivo di cibo o acqua di un singolo soggetto oppure di un insieme di soggetti permette, conoscendone il peso, di calcolare la dose di farmaco ricevuta nelle 24 ore.

Per precisione va puntualizzato che quanto esposto ha solo valore indicativo e che nella somministrazione di qualsiasi prodotto alimentare e medicinale bisogna sempre attenersi scrupolosamente alle indicazione riportate nella confezione o nella prescrizione veterinaria.

Aerosol-terapia

La terapia aerosol negli uccelli è molto utile e molto utilizzata a causa della grande frequenza di problemi respiratori.
La presenza dei sacchi aerei poco vascolarizzati e quindi poco raggiunti dalla terapia sistemica rende molto utile questa tecnica.
Non potendo usare l’aerosol direttamente davanti al becco del soggetto, per evitare di stressarlo in maniera insensata, si preferisce la tecnica della “camera aerosol”.
Si prende una gabbietta di dimensioni piccolissime e si fodera all’esterno con una pellicola trasparente di quelle in uso in cucina. La porticina di ingresso verrà sigillata a parte per permettere di introdurre il soggetto e toglierlo velocemente.
Al centro della gabbietta si effettuerà un forellino dove si verrà applicato il vaporizzatore dell’aerosol che in questo modo, una volta azionato, riempirà di vapori la gabbia obbligando l’ospite a respirare l’aria medicale.
Le soluzioni più comunemente utilizzate sono antibiotici ed antimicotici diluiti in soluzione fisiologica sterile di cloruro di sodio.
I prodotti già specificatamente prodotti per uso umano sono molto indicati allo scopo.
Prodotti iniettabili intramuscolari o endovena vanno solitamente bene allo scopo.
Durante tutta la manovra di areosol l’animale deve essere monitorato per intervenire tempestivamente qualora si presentino effetti collaterali.
Diversi areosol (tradizionali o a ultrasuoni) hanno tempi di utilizzo diversi e frazionano la particella areosol in dimensioni più o meno sottili. Particelle di diametro minore arrivano più in profondità nel sistema respiratorio.