Clinica veterinaria "Casale sul Sile"...
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RIPRODUZIONE, SESSUALITA’ E SUA PREVENZIONE NELLA SPECIE FELINA


LA VITA SESSUALE

LA PUBERTÀ: L’età in cui si manifestano nel gatto i primi comportamenti sessuali, varia a seconda della razza, della presenza di luce e della stagione.

Avviene mediamente intorno ai sei mesi nelle razze a pelo corto e più tardi nelle razze a pelo lungo. Alcune gatte di queste razze raggiungono la maturità sessuale intorno ai due anni.

IL CALORE: Alle nostre latitudini le gatte presentano, da febbraio a settembre, diversi cicli di calore che si succedono ogni 15/20 giorni, fino al momento in cui vengono fecondate.

Le gatte non hanno perdite di sangue ma attirano i maschi strofinandosi contro gli oggetti, emanando un odore che li attrae, ed in particolar modo emettendo miagolii particolari.

I gatti raggiungono la maturità sessuale in genere intorno ai 6-8 mesi, anche se l’età è in realtà molto variabile.

Il calore si manifesta nella femmine con una grande inquietudine e con l’emissione di miagolii molto acuti ed insistenti e, se non avviene la fecondazione, può ripetersi ad intervalli molto ravvicinati (non di rado già dopo 10 giorni dalla fine del precedente).

I maschi, attratti dall’odore delle femmine in calore – per l’olfatto umano è impercettibile, ma i gatti riescono a percepirlo anche a grande distanza –, diventano invece smaniosi di uscire e cominciano a marcare il territorio (sedie, divani, pareti di casa…) con un’urina dall’odore molto sgradevole e penetrante che funge da arma di seduzione.

L’ACCOPPIAMENTO: Se i gatti vivono in libertà, il periodo dell’accoppiamento è causa di violenti combattimenti tra i pretendenti.

Dopo pochi preliminari, l’accoppiamento è breve e si conclude con un acuto lamento della femmina, che respinge il maschio.

Nelle ore che seguono diversi altri accoppiamenti si succedono e danno il via alle ovulazioni.

Questa sincronia tra l’accoppiamento e l’ovulazione spiega la grande prolificità della specie felina. Se a seguito di un accoppiamento la gatta non viene fecondata il calore si avrà nuovamente dopo circa 20 giorni.

LA GESTAZIONE: La gestazione dura circa due mesi dal momento in cui è avvenuta la fecondazione.

Bisogna sapere che una gatta durante il calore può essere fecondata da più maschi, quindi, nel caso di accoppiamento programmato si devono prendere precauzioni di isolamento.

I gattini di una nidiata hanno quindi di solito padri diversi.

IL PARTO: Prima del parto la gatta si isola. È quindi pericoloso imporle il luogo dove partorire, l’insicurezza infatti potrebbe ritardare il parto, portarla a spostare continuamente i cuccioli o persino a divorarli.

La durata del travaglio è variabile, in alcuni casi la gatta può sospendere il travaglio per 48 ore senza conseguenze per i gattini.

Si può decidere di effettuare un parto cesareo soprattutto quando la cucciolata è poco numerosa e la gestazione prolungata.

L’ALLATTAMENTO: L’allattamento dura circa una cinquantina di giorni e lo svezzamento dei gattini può iniziare dalla sesta settimana quando i piccoli iniziano ad esplorare i dintorni del nido materno.

Se la madre non può allattare i piccoli, si può ricorrere all’allattamento artificiale che si effettua con il biberon servendosi di un latte in polvere per gatti che, nella prima settimana, va somministrato in sei pasti quotidiani di circa 2 ml ciascuno.

LA STERILIZZAZIONE:

Si può decidere per la sterilizzazione del gatto per far fronte alla precocità ed alla prolificità della specie felina, agli inconvenienti legati all’attività sessuale ed alla difficoltà d’adozione dei cuccioli.

La sterilizzazione è effettivamente meno traumatizzante della proibizioni ad assolvere i loro istinti sessuali o dell’eutanasia delle cucciolate.

Le statistiche inoltre dimostrano che la speranza di vita di gatti e gatte sterili è due volte maggiore di quella dei gatti non sterilizzati, infatti, questi ultimi si espongono più facilmente a combattimenti ed a incidenti stradali.

Una gatta può avere anche due o tre gravidanze l’anno: ciò vuol dire che il proprietario di una femmina contrario alla sterilizzazione e con un minimo di coscienza – dunque non disposto ad abbandonare i nascituri o peggio ancora a sopprimerli – sarà costretto a tenere la propria gatta ben lontana dai maschi ogni volta che si ripeterà il calore oppure rassegnarsi ad una continua ricerca di persone alle quali regalare i gattini neonati.

Non può essere assolutamente considerata una soluzione alternativa l’uso degli anticoncezionali, di qualunque tipo essi siano, il cui ricorso sistematico ha come effetti collaterali squilibri ormonali e perfino l’insorgere di tumori all’utero, alle ovaie e alle mammelle.

Se l’intervento di sterilizzazione può essere per la gatta una sofferenza fisica momentanea, il desiderio sessuale non soddisfatto è una pena ben maggiore perché la fa smaniare ed agitarsi per giorni e giorni come una belva in gabbia.

Senza contare che i richiami di una femmina in calore, soprattutto quelli notturni, sono un autentico tormento per il proprietario e per i vicini di casa.

Per quanto riguarda i maschi, il gatto castrato raggiunge la pace dei sensi, diventa più casalingo e di conseguenza le sue speranze di vita aumentano sensibilmente: le ferite dovute alle violente zuffe tra contendenti e gli incidenti stradali cui vanno soggetti allontanandosi da casa per seguire il richiamo sessuale sono infatti tra le cause più frequenti di morte tra i gatti maschi.

Dopo la sterilizzazione, inoltre, sia i maschi che le femmine diventano più docili ed affettuosi.

La procedura:

La sterilizzazione è più complessa nella femmina che nel maschio: alla femmina, tramite un piccolo taglio nell’addome, vengono asportati l’utero e le ovaie, mentre al maschio vengono rimossi i testicoli.

In entrambi i casi l’intervento viene effettuato in anestesia totale ed è dunque importante preparare il gatto lasciandolo a digiuno (è permessa solo l’acqua) per almeno 12 ore; al suo risveglio avrà come unico disturbo uno stordimento che si protrarrà per tutto il giorno, motivo per cui sarà prudente tenerlo in casa senza farlo uscire nemmeno in balcone, ma già dall’indomani si sentirà di nuovo in piena forma.

Onde evitare che si strappi con i denti i punti di sutura, che il veterinario provvederà a rimuovere dopo alcuni giorni, bisognerà fare attenzione che non si lecchi eccessivamente la ferita.

Data la maggiore complessità dell’intervento, la sterilizzazione della femmina ha un costo leggermente più elevato rispetto alla castrazione del maschio.

Quando sterilizzarli:

L’età migliore per sterilizzare il gatto varia con il sesso e la razza.

Le femmine possono essere tutte sterilizzate dopo i 6/8 mesi, quando cioè gli organi sessuali sono ormai giunti a completa maturazione ed i rischi anestesiologici sono minimi.

Nei maschi bisogna invece aspettare almeno gli 8 mesi nei gatti Europei comuni ed i 12 mesi nella razze pesanti ed a crescita lenta (come i Persiani, i Norvegesi delle Foreste, i Main Coon, ecc.) per evitare di predisporre nel futuro a problemi delle vie urinarie.

E’ piuttosto raro che una gatta abbandoni la sua cucciolata prima dello svezzamento, ma può capitare ugualmente di dover “crescere” dei gattini rimasti senza mamma, ad esempio quando – è un caso frequentissimo – si trova in un cassonetto uno scatolone con quattro o cinque batuffoli spelacchiati gettati via insieme alla spazzatura.

Ciechi e sordi, i gattini nei primi giorni di vita dipendono completamente dalla madre e se questa viene a mancare la loro sopravvivenza è a rischio. A meno che, naturalmente, non si seguano alcune regole, semplici anche se un po’ impegnative.