Clinica veterinaria "Casale sul Sile"...
Notizie

EUTANASIA NEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA

Per eutanasia si intende l’atto volontario da parte del Medico Veterinario di interruzione della vita con metodo non cruento di un animale gravemente sofferente o affetto da malattia incurabile. L’eutanasia viene richiesta dal proprietario o consigliata dal Medico Veterinario e naturalmente serve la ferma volontà da parte di entrambe le parti che sia giusto interrompere ogni tentativo terapeutico.

L’eutanasia viene compiuta in anestesia totale e l’animale non ha modo di accorgersi di nulla.

Fin qui la parte scientifica, ora parlerò della parte umana. Anche i Veterinari, come tutti i Medici, hanno dei sentimenti …
Ricordo la prima eutanasia a cui dovetti partecipare in qualità di studente di Medicina Veterinaria ormai al quarto anno di corso di laurea. Era l’eutanasia del mio cane, un Pastore Tedesco di nome Dick con il quale avevo vissuto le mie prime esperienze di amicizia con un animale. Avevamo un rapporto molto stretto ed avevo provato di tutto per salvargli le gambe posteriori che stava perdendo a causa di una patologia comune in questa razza che provoca la perdita progressiva della capacità di deambulare. L’avevo portato anche all’Università di Parma dove studiavo ed era rimasto ricoverato 2 settimane in Clinica Chirurgica per provare un intervento. Era stato tutto vano ed il povero animale, oltre a non poter più usare le gambe, era diventato anche impossibilitato ad urinare e defecare autonomamente. Soffriva molto e si lamentava anche se costantemente sotto effetto di farmaci analgesici.

Prendere la decisione di porre vita ad un’esistenza così penosa fu automatico per me, ma fu molto più duro dover collaborare con il collega per l’iniezione letale tenendo per mano il mio amico di 13 anni di vita. Ogni momento è rimasto impresso nella mia mente e penso lo sarà per tutta la vita. Quella sera ho pianto ed ho maledetto la scelta di fare il Veterinario. Forse è stata l’unica volta che l’ho fatto, perchè è un lavoro meraviglioso che adoro, ma come tutti i lavori ha i suoi lati negativi.

Ogni giorno vengo in contatto con la salute e la malattia, ogni giorno devo consigliare se proseguire con le cure o interromperle. Non è sempre una scelta chiara, non si è sempre sicuri. Spesso le decisioni più semplici all’apparenza possono essere complicate dalle contingenze, come quando magari hai di fronte un cane anziano e con tumori metastatizzati, per il quale ti sembrerebbe normale proporre l’eutanasia, finche non scopri che è il compagno di giochi di un bambino portatore di handicap e che forse ogni giorno di vita in più regalato a quel cagnolino è anche un sorriso in più in bocca ad un bambino che avrà pochi motivi per sorridere.
A volta ci sarebbero le cure ma i proprietari sono due anziani che vivono o per meglio dire sopravvivono con una pensione minima. Altre volte si tratta di un cucciolo di 3 mesi bellissimo e pieno di vita con una malattia incurabile genetica che lo porterà inevitabilmente a morte nell’arco di pochi mesi.

Sono molti i motivi di dubbio, molte le variabili da tenere in considerazione, per una pratica sempre dolorosa per il proprietario e per il Veterinario.

Forse per farmene una ragione, forse perchè ci credo davvero, voglio pensare che la mia non sia un’uccisione, ma l’ULTIMO GESTO D’AMORE verso quella creatura, l’ultima cosa che posso fare per toglierli il dolore e la sofferenza.