Clinica veterinaria "Casale sul Sile"...
Notizie

PITONE REALE (PYTHON REGIUS)

Il Pitone Reale è uno degli ofidi più diffusi come animale da compagnia tra i terrariofili di tutto il mondo.

Il suo successo planetario è dovuto probabilmente alle dimensioni contenute, al carattere molto timido e alla scarsa tendenza a mordere l’uomo.

Viene anche definito “Pitone palla” per la posizione acciambellata con la testa al centro delle sue spire che assume se spaventato.

Appartiene alla classe dei Boidi al pari dell’altrettanto famoso Boa Costrittore.

La sua origine è africana dove è ancora abbastanza diffuso allo stato naturale anche se ne viene prelevato un gran numero per soddisfare le esigenze degli allevatori americani ed europei. Le popolazioni locali inoltre li sterminano per cibarsene.

Timido, tranquillo, NON velenoso il Pitone Reale è il classico serpente adatto anche ai principianti che decidono di provare per la prima volta a tenere un animale esotico. Prima dell’acquisto è buona regola raccogliere informazioni e documentarsi approfonditamente sulla gestione di questi animali oltrechè aver frequentato un allevatore esperto che possa insegnare i “trucchetti” del mestiere.

Il Pitone Reale è un animale terricolo e notturno. Significa che passa buona parte della giornata al suolo, senza arrampicarsi sugli alberi e che si muove per cacciare soprattutto nelle ore serali e notturne. Durante il giorno resta nascosto in tane sotterranee o sotto grossi massi.

Le dimensioni sono piuttosto contenute. Soggetti adulti misurano: dai 90 ai 150 cm di lunghezza per un peso massimo di 1,5 chilogrammi.

Raggiungono la maturità sessuale a 1,5-2 anni. Solitamente però si considera la dimesione raggiunta piuttosto che l’età anagrafica, infatti la crescita dei rettili è proporzionale alla disponibilità di cibo e alle condizioni ambientali. Si considera pronta per la riproduzione una femmina di almeno 90 centimetri e che pesi attorno al chilogrammo ed un maschio di almeno 75 centimetri di circa 650 grammi.

La produzione di uova avviene a prescindere dall’accoppiamento. Se la femmina è da sola in un terrario può fare delle uova non fertili.
Come tutti i rettili è ectotermico, regola cioè la sua temperatura corporea utilizzando fonti esterne al suo organismo, come l’energia radiante del sole, il calore dell’aria e delle pietre riscaldate dal sole (avendo abitudini notturne vede di rado il sole diretto).

La femmina a pari età è più grande del maschio.

I riproduttori vanno preparati alla stagione degli amori attraverso la”brumazione”, ossia un delicato processo di digiuno ed abbassamento della temperatura del terrario nel periodo invernale. La pratica dell’allevamento è di competenza specialistica e la sua trattazione non è argomento di questo scritto.

Per capire come e cosa mangia un Pitone biosogna fare degli accenni alla sua anatomia.

La sua testa è strutturata per l’ingestione di prede senza masticazione. Le varie ossa che lo compongono, in particolare le emimandibole, non sono unite tra loro in maniera rigida ma attraverso dei legamenti estensibili, che permettono alla bocca di deformarsi per allargarsi.

I denti di questo rettile sono aglifi, cioè semplici, senza canali e solchi. I denti persi durante la vita vengono prontamente sostituiti con denti nuovi.

Le emimandibole e la presenza dell’osso quadrato permettono di aprire la bocca di 160°.

Questo permette al Pitone di ingerire prede che apparentemente non sembrano “starci” nel suo corpo. Più sarà grande la preda, maggiore sarà il tempo impiegato per la digestione e quindi l’intervallo tra un pasto e l’altro.

Le prede abituali dei Pitoni di allevamento sono: Topi da laboratorio (Mus Musculis) di diversi colori, Ratti di allevamento detti Surmolotti (Rattus Norvegicus), Criceti Russi (Phodopus Sungoros), Criceti Dorati (Mesocricetus Auratus), Gerbilli della Mongolia (Meriones Unguiculatus), Cavie Peruviane meglio conosciute come Porcellini d’India (Cavia Aperea Porcellus).

I più facilmente reperibili in commercio, sia vivi sia congelati sono i Topi ed i Ratti.

Per i Pitoni inappetenti risultano essere molto appetibili i Gerbilli ed i Topi di colorazione scura o bicolore.

Sempre per stimolare l’appetito il pasto va fornito la sera, possibilimente deponendolo nel terrario prima di rimettere il pitone al suo interno così da farglielo trovare al suo arrivo. Mettere sul fondo del terrario uno strato di foglie e muschio sterilizzati cosicchè la preda muovendosi attiri più facilmente l’attenzione del serpente. Se ancora non basta provate a metterli entrambi in un sacchetto di carta.

Le prede congelate vanno portate a temperatura di 40 gradi prima di essere servite prestando particolare attenzione al centro del corpo. Alle prede vive vanno tagliati i denti incisivi con i quali potrebbero ferire anche gravemente il Pitone.

Il problema dell’inappatenza dei Pitoni è molto ben conosciuto tra i suoi estimatori e spesso possono passare anche alcuni mesi tra un pasto ed il successivo. I soggetti di cattura mal si adattano alla vita in teca ed alle prede offerte dall’uomo.

Quando si acquista un Pitone bisogna già avere tutto pronto a casa. Preparare la teca, controllare la temperatura e l’umidità, prendere i contatti con chi ci procurerà il cibo per il nostro serpente.

Al momento dell’acquisto farsi consegnare il certificato CITES sulla provenienza del soggetto ed allegare lo scontrino fiscale di vendita per non avere in futuro problemi legali.

Esigete che il vostro Pitone sia nato in cattività e non sia di cattura, avrete un animale più facilmente gestibile e non sarete complici del depauperamento dell’habitat naturale nell’area di provenienza.

Portare subito l’animale a casa e lasciarlo ambientare alcuni giorni senza stressarlo e manipolarlo, quindi portarlo alla sua prima visita veterinaria e appena possibile far eseguire un esame delle feci.

Prima di metterlo in macchina per portarlo alla visita prendere contatto con un Medico Veterinario che vi possa garantire un specifica compentenza in quest’ambito.

Ogni qual volta l’animale debba essere trasportato, come nel caso della visita veterinaria, munirsi di una scatola di polistirolo, con all’interno una bottiglia di acqua calda ed una coperta per evitare che l’animale subisca dei pericolosi shock termici.

Tenete un registro dei giorni nei quali mangia e di quando defeca, oltrechè pesare ogni mese il soggetto e scriverne i rilievi.

La gabbia dev’essere in materiale facilmente disinfettabile come il vetro, gli apparecchi riscaldanti ed illuminanti devono essere possibilmente esterni e comunque mai raggiungibili dal rettile per non incorrere nel rischio di pericolose ustioni o folgorazioni. Attenzione alla presenza di punte e lame taglienti tra gli accessori. Il substrato del fondo può essere a base di giornali quotidiani o erba sintetica. Meno igienica la corteccia di pino; se utilizzata dev’essere comunque ad uso specifico erpetologico.

La teca deve avere un gradiente termico con una zona più calda (sotto la lampada) ed una più fresca perchè l’animale possa scegliere dove posizionarsi. La zona calda attorno ai 30° e quella fredda attorno ai 20°. Di notte le temperature devono scendere di 5 gradi circa.

Nella zona più fresca va posta una tana (corteccia, tronco o qualsiasi struttura chiusa) per permettergli di nascondersi e rifuggire gli sguardi, se disturbato o impaurito.

Secondo molti autori la lampada ad UV (raggi ultravioletti), indispensabile per sauri diurni eliotermici, non sarebbe indispensabile per il Pitone che, anche in natura, non si espone mai al sole ma esce allo scoperto solo all’imbrunire.

La muta (ectidi) con la sostituzione della vecchia pelle (exuvia) avviene circa ogni mese, nei piccoli anche ogni 7 giorni. In questo periodo non bisogna somministrare cibo. La sostituzione della pelle può richiedere più giorni, l’occhio diventa blu (“occhiale”) per la presenza di linfa sotto la lente ed i colori di tutto l’animale risultano più opachi.

La determinazione del sesso nel Pitone Reale si può fare in diversi modi: contando le piastre retrocloacali, attraverso l’uso della sonda lubrificata, con l’osservazione degli speroni pericloacali e valutandone le dimensioni.

L’apertura cloacale è ricoperta da una placca, sotto la quale vi sono le tasche con gli emipeni nel maschio e le ghiandole del muschio o cloacali presenti alla base di ogni emipene nei maschi ma molto sviluppate anche nelle femmine.

I Pitoni sono gli unici vertebrati insieme alle lucertole ad avere 2 emipeni, ma ne usano solo uno alla volta durante l’accoppiamento.

TCP (temperatura corporea preferita) giornaliera: 27-34 °C e notturna: 22-29 °C. Tasso di umidità richiesto: 60-70%.

La vita media in cattività è di 20-30 anni.