Clinica veterinaria "Casale sul Sile"...
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PROGETTO PROVENTRICOLITE DILATATIVA NEGLI PSITTACIDI

Che cosa sarebbe un mondo senza pappagalli!? Sicuramente un mondo più povero di colori!!!

Eh si, ormai, tantissime persone amano circondarsi di questi splendidi e così incredibili volatili; c’è chi lo fà per possedere pets di elevata intelligenza e curiosità, chi per hobby, ma c’è anche chi ne ha fatto una vera proffessione e business, riproducendo specie anche rare e partecipando a mostre ornitologiche! Quindi il mio messaggio è rivolto a tutti gli amanti di pappagalli e non solo ad una categoria di “allevatore”!
Io sono uno studente della Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino e da qualche mese sto collaborando ad un progetto di ricerca portato avanti dalla Facoltà di Medicina Veterinaria di Camerino, sotto la direzione del Dott. Giacomo Rossi; protagonista di tuttò ciò una malattia infettiva conosciuta come Proventricolite dilatativa. Purtroppo come malattia, attualmente, è una delle più “toste” sia per la sua drammatica sintomatologia gastro-enterica e nervosa che compromette a lungo andare la funzionalità digestiva del volatile colpito, sia per il fatto che non si conosce ancora nè l’agente eziologico e le modalità di trasmissione nè un trattamento terapeutico efficace e risolutivo!!
I pappagalli che si infettano prima o poi muoiono. Il risultato perciò, è che quando questa malattia infettiva, di probabile origine virale (si sospetta infatti un Paramyxovirus), giunge in un allevamento le conseguenze possono essere drammatiche.
A complicare tutto, una grossa percentuale di soggetti che si infetta non manifesta alcun sintomo evidente, facendola passare del tutto inosservata agli occhi dell’allevatore e permettendogli una progressiva e subdola diffusione all’interno della collezione! Questi portatori sani, forse per una forma di resistenza naturale, infatti, non manifestano i tipici sintomi della malattia che includono: depressione, rigurgito (intermittente o costante), presenza di alimento indigerito nelle feci, perdita progressiva di peso, indicanti un disturbo di maldigestione. Maldigestione dovuta proprio alla modalità con cui questo agente eziologico colpisce l’animale. Il termine Proventricolite dilatativa (PDD) è infatti usato per descrivere un processo infiammatorio, caratterizzato dall’accumulo di linfociti e plasmacellulle (cellule dell’infiammazione cronica), coinvolgente sia il tessuto nervoso centrale che periferico, ma soprattutto l’innervazione che interessa la muscolatura del proventricolo e degli altri organi digestivi, inclusi il gozzo, il ventriglio e l’intestino tenue. Il sistema nervoso centrale (SNC) può anche rimanere coinvolto senza alterazioni a livello della componente nervosa del tratto gastro-intestinale. La compromissione dei nervi provoca così la distensione di questi distretti, l’assottigliamento delle loro pareti e nello stesso tempo anche ad una loro mancata funzionalità.
Quando il cibo non viene processato e digerito correttamente, si accumula e fermentando stimola la crescita batterica, predisponendo l’insorgenza di infezioni gastro-intestinali; inoltre se l’uccello non assorbe i nutrienti essenziali dimagrirà progressivamente, andando incontro ad una terribile morte. Fra gli Psittaciformi, la PDD è stata riscontrata in più di 50 specie, inclusi i membri delle famiglie Cacatuidae (cacatua e calopsitte) e Psittacidae (inseparabili, ara, parocchetti, pappagalli, amazzoni e conuri). Nelle specie del Pacifico, Sud americane ed afro-asiatiche sono state descritte le stesse caratteristiche lesioni.
Molte specie di Psittaciformi sono comunemente affette (Cenerino, Ecletto ed Ara arauna), ma questo potrebbere riflettere l’esistenza di una popolazione di specie più sensibili e predisposte rispetto ad altre alla malattia. I soggetti adulti sono colpiti più frequentemente rispetto ai giovani (3:1); non esiste invece una predisposizione sessuale.
La PDD è stata diagnosticata in uccelli con età compresa fra le 10 settimane ed i 45 anni. Si potrebbe parlare ancora per moltissime righe, ma il “nocciolo” fondamentale di questo articolo è quello di sottolineare quanto sia importante questo progetto che ha come scopo di fare più luce su questa malattia così tanto subdola e misteriosa, cercando di sviluppare un test diagnostico rapido e di facile utilizzo che permetta di identificare tutti quei soggetti infetti, ma che non manifestano alcuna sintomatologia e pian piano, con l’aiuto degli stessi allevatori, di rendere immuni gran parte delle collezioni aviari! Per ora infatti l’unico rimedio possibile, l’unico nemico che può impedire alla Proventricolite l’accesso negli allevamenti si chiama PREVENZIONE.
Questa è il risultato del rispetto delle condizioni igieniche all’interno delle strutture, dell’effettuzione di un sistema efficace di quarantena per le “nuove entrate”, l’effettuazione di test sierologici per monitorare la salute dei vari soggetti presenti ed adesso, anche, partecipando, senza alcuna spesa e con il minimo disturbo per gli animali, a questo progetto facendo testare la propria collezione!!!

Andrea Dogliero